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| Vietato sbadigliare quando si legge un fumetto. Se proprio si è stanchi, basta posarlo sul comodino e riprenderlo in mano a mente fresca. Così ho fatto con Bakuman n.1, ma, dopo averlo ripreso in mano, ho continuato a sbadigliare senza tregua. Cosa c’è che non va? Prima di tutto l’aspettativa era alta: gli autori Tsugumi Ohba e Takeshi Obata (vi dice niente Death Note?) si sono fatti conoscere per trame avvincenti, ricche di tensione ed ingegnose. Bakuman è lontano un miglio da Death Note, è qualcosa di completamente diverso. I disegni di questo manga sono puliti e precisi, ma non basta per tenere incollato il lettore che si ritrova a seguire le vicende di due ragazzini che si mettono in testa di diventare dei “mangaka” di successo. E’ buona l’idea di svelare il vero percorso (stracolmo di difficoltà) che un artista giapponese deve affrontare. Lo sceneggiatore ha confessato in modo preciso e chiaro il suo punto di vista sulla sua condizione e ha arricchito la trama con dettagli tecnici di primaria importanza. La lettura è interessante, ma fatica a diventare appassionante, visto che il tutto si riduce ad un racconto fatto di sogni, impegni e innamoramenti alla Video Girl Ai. Tsugumi Ohba e Takeshi Obata riusciranno a sorprenderci ancora una volta? Ecco alcune caratteristiche dell’albo, prodotto da Planet Manga ed inserito in Planet Manga Presenta 22: 11×17, B., 208 pp., b/n - disponibile dal 01/04/2010, prezzo: € 3.90. comicsblog
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